L’idea nasce dall’esigenza di garantire a mio figlio l’indipendenza massima possibile durante la vita di noi genitori nella sua immediata età adulta e per pianificare nel modo più sicuro possibile il suo futuro quando noi non saremo più in grado di prenderci cura di lui. L’esigenza soggettiva è stata analizzata e conseguentemente allargata ad una visione più ampia ed oggettiva di creazione di una realtà abitativa in cui possano convivere più disabili che siano seguiti e supportati da un team di professionisti coordinati da una cooperativa.

Spesso succede che i disabili vengano spostati dalla loro famiglia e catapultati in una realtà completamente diversa.

Il tutto viene sempre fatto in modo molto professionale, seguito e curato da parte delle associazioni o cooperative esistenti che già se ne occupano. Ciò che però viene a mancare è, da parte dei genitori o tutori legali, una partecipazione che li veda coinvolti in modo diretto. A volte sono le associazioni che non danno molto spazio di intervento, ma molto più spesso sono i genitori o tutori legali stessi che preferiscono, per svariati motivi, tenersi a distanza.

In questo progetto non è il disabile che viene inserito in un contesto esistente a doversi adattare, ma è il contesto stesso che si adatta ad ogni singolo destinatario del progetto che viene concepito con questo fine. Grazie ad un approccio inverso rispetto a quello che viene normalmente utilizzato, i beneficiari verranno coinvolti direttamente, cercando di promuovere la loro indipendenza anche tramite possibilità di scelta che verranno loro conferite. Questo tipo di interpretazione della gestione del presente progetto nasce dall’osservazione di altre realtà simili che funzionano già molto bene sul territorio e di altre che invece non agiscono a dare un’indipendenza ma danno semplicemente un appoggio alle famiglie che hanno difficoltà nel gestire la disabilità nelle proprie abitazioni.

Ritengo che la partecipazione alla gestione di un’unità abitativa concepita in questo modo da parte di genitori e tutori legali in modo più attivo rispetto a quanto da me osservato, sia fondamentale per il mantenimento del progetto a tempo indeterminato. Questo è il motivo principale per cui ritengo che ci debba essere una cooperativa di professionisti che gestisca tutta la parte legata ad educatori e operatori sanitari, ma che l’associazione che gestisce e coordina il tutto debba basarsi sui genitori o tutori legali dei beneficiari.

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